Perchè un Ciclista Spreca Energie Inutilmente e Diminuisce il Wattaggio?

Perchè un Ciclista Spreca Energie Inutilmente e Diminuisce il Wattaggio?

Ecco nozioni utili per aumentare le prestazioni usando i codici emotivi del tuo corpo.

Seguimi che adesso saranno scintille.

Sapevi che le spalle e il viso possono ridurre le prestazioni fisiche?

Forse questa affermazione ti farà sorridere, ma lascia che ti spieghi il motivo.

Di media quando si parla di aumentare la resistenza si pensa a un programma di allenamento.

No…nulla di tutto ciò.

Questo lo sappiamo già.

Spesso sento parlare di corpo o di mente come se fossero elementi separati tra loro.

Sbagliatissimo!

Un motore senza centralina non funziona.

Una centralina senza motore non funziona.

Per funzionare correttamente queste devono essere in simbiosi e lavorare correttamente.

Gestire le energie sotto sforzo

Quando sei in autostrada con la tua auto, di sicuro corri in quinta per consumare meno e mantenere i giri più bassi, quindi corri in economia.

Cosa succederebbe se corressi in quarta al posto che in quinta?

Una sola marcia in meno, un solo numero in meno comporterebbe un aumento dei giri, uno sforzo maggiore del motore, un maggiore riscaldamento, maggiore consumo e maggiore sforzo.

Se corri per un tragitto limitato di pochi kilometri; questo comporta un danno lieve.

Se invece viene fatto in un tragitto lungo come 100 Km allora il problema diventa molto serio e il rischio di fondere il motore è alto.

Ora porta questo ragionamento nel ciclismo.

Una respirazione errata comporta una serie di fattori dannosi per la prestazione fisica quali:

  1. Aumento del battito cardiaco
  2. Aumento della temperatura
  3. Aumento delle tossine metaboliche
  4. Aumento dell’acido lattico
  5. Aumento del volume residuo
  6. Fame d’aria
  7. Aumento del dolore
  8. Aumento della percezione del dolore.

Immagino tu stia pensando che tutte queste affermazioni siano eccessive!

Ma ragioniamo insieme…

Il corpo quando è sotto stress produce tossine, e queste vengono eliminate tramite l’espirazione, la quale equivale al 70% di eliminazione di tossine metaboliche.

Quando si è sotto sforzo si tende a respirare in modo disfunzionale, seguendo una percentuale respiratoria al 50%, quindi metà inspirazione e l’altra metà espirazione.

Se lo fai, non stai sfruttando a pieno il tuo potenziale.

Questo può andare anche bene in un tragitto di pochi kilometri, ma non in un tragitto lungo.

Ora prova ad immaginare di produrre anche il solo l’1% di tossine anche per una breve tragitto di 5 km, e su una distanza di 100 km.

Se questa respirazione errata viene fatta nei 5 km, il danno è piccolo.

Ma se viene fatta nei 100 km, il danno aumenta notevolmente e il corpo ne paga le conseguenze.

La respirazione sotto sforzo è una scienza
come la preparazione

Le percentuali non sono opinabili.

Più lungo è il tragitto, più aumenta la somma:
1+1+1+1+1+1+1+1 ecc…

Potrai ben renderti conto che la matematica non è un’opinione e che i conti parlano da sé.

Questo processo apparentemente innocuo a lungo andare causa un indebolimento della gambe e quindi un decadimento del wattaggio perché le gambe si gonfiano di acido lattico.

Quando si fa fatica a riprendere il giro e inizia a mancare d’aria, si tende a respirare a bocca aperta.

Pochissimi sanno che respirare con la bocca crea disidratazione e porta i polmoni in saturazione perché non si riesce a calibrare la quantità di ossigeno in entrata..

Si, hai letto bene!

In più devi sapere che se introduci troppa aria, ti intasi e non riesci più a sfruttare l’ossigeno nelle cellule perché troppo piene.

La fatica parte prima dalla testa 

Molte mi sono fatto la  domanda: “Inizia prima la stanchezza nella testa o nelle gambe?”

Anche se molti pensano che inizi nelle gambe perché sono i muscoli coinvolti che spingono sotto sforzo, in realtà è la mente.

Il cervello quando è sotto stress consuma circa il 25% di ossigeno, pur rappresentando circa il 5% del corpo umano.

Se non viene ossigenato in modo adeguato, non ha la forza per sovrastare l’impegno e quindi perde tono, aumenta così il dialogo interno, ci si focalizza sul problema, sul dolore, sulla fatica.

Attiva un circolo vizioso negativo che appesantisce il carico di lavoro di molto sia mentalmente che fisicamente.

Crea la paura di avere fame d’aria e si inizia a respirare con più forza, senza sapere però, che è la cosa peggiore che si può fare perché manda in tilt maggiormente il sistema.

In più devi sapere che abbiamo dei codici respiratori dalla nascita collegati a pensieri ed emozioni.

Se respiri a caso, rischi di dare impulsi al cervello non idonei, quindi creando una disfunzione organica e fisiologica.

In pratica spingi a tutta, ma non riesci a superare quel limite perché ti intasi.

In questo casi se il corpo è ok, la bici è ok, l’alimentazione e integrazione è ok…
e ugualmente non riesci a superare quel limite, non resta altro che la respirazione.

Se  respiri male creando una combustione errata tra Ossigeno e Anidride carbonica, tendi a produrre una quantità enorme di cortisolo.

Percepisci meno la fatica
con la faccia rilassata

Il linguaggio del corpo è molto importante per quanto riguarda la codifica istintuale perché ogni respiro e ogni espressioni è collegata ad una EMOZIONE!

In questi casi è molto utile imparare a pedalare mantenendo un’espressone del viso neutrale, come se non ci fosse nessuno sforzo attivo.

Si lo so, nessuno ti ha mai detto nulla a proposito, e forse ti sembra una cosa al quanto obsoleta.

Questo serve a ingannare il cervello cercando di fargli credere di fare uno sforzo normale, lasciando che siano SOLO le gambe a spingere, e non tutto il corpo.

Va bene, vediamo come funziona e cosa dicono i ciclisti sotto massimo sforzo.

Guarda il video per saperne di più.

Dai…a bombazza no?

E adesso come la mettiamo?

Stiamo parlando del frutto di 16 anni di studio e ricerca appositamente sulla respirazione sotto sforzo.

Alla fine sono riuscito a codificare un protocollo di respirazione preciso per ciclisti utile a soddisfare tutte le esigenze energetiche tramite la respirazione.

Se vuoi imparare anche tu il frutto di 15 anni di studio per spingere il tuo corpo al massimo, clicca il tasto qui sotto per richiedere un training strategico.

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E anche stavolta, decidi se vuoi aspettare di seguire la massa ed essere uno degli ultimi, oppure capire che l’innovazione è qui a portata di mano.

Ti sorprenderai dai risultati… e anche i tuoi avversari.

Emanuele Zanella – Mental Coach specializzato in Respiro Rigenerativo e Sviluppo dello stato di Flow

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