Ciclismo, Tossine, Frustrazione e Acido Lattico

Ciclismo, Tossine, Frustrazione e Acido Lattico

Claudio, lavoratore che amava il ciclismo.

Lui era un uomo di 35 anni, alto, moro, fisico scolpito e gambe muscolose e potenti, busto esile.
Lavorava tutti i giorni come muratore, e ogni sera appena arrivava a casa dal lavoro prendeva la sua bicicletta e correva più forte che poteva per scaricare le tensioni accumulate al lavoro.

Il suo sogno era vincere il campionato, voleva essere il migliore! No campione del mondo, ma vincere le sue gare per la soddisfazione personale.

Si allenava tantissimo nel migliore dei modi, ma non riusciva mai ad arrivare primo perché succedeva sempre qualcosa che non gli permetteva di vincere.

Era come se nei momenti importanti avesse un bastone tra le ruote, quindi le gambe dure e pesanti.

Ci metteva anima e corpo, ma qualcosa lo bloccava ogni volta. Era come se mancasse un tassello nella sua vita sportiva, ma non capiva cosa.
Seguiva una dieta corretta personalizzata.
Faceva allenamenti specifici e mirati alle sue esigenze.
In allenamento andava fortissimo, ma niente, in gara non rendeva come doveva.

Si sentiva frustrato, desolato, appesantito dal fatto che non riusciva a esprimere le sue capacità pur seguendo tutto alla lettera, e man mano che il tempo passava più si allenava, e più il peso aumentava.

Poi un bel giorno​​​​​​​​​​​ mentre faceva colazione al bar con un suo amico, chiaccherava dei problemi che riscontrava ogni volta nelle gare, e di quanto fosse frustrante tutto ciò.
In quel momento un uomo a fianco sentì cosa stava dicendo, e con voce calma e sorriso dolce si mise in mezzo alla conversazione e gli disse:​

” Ciao, ma non hai ancora capito che hai rotto le scatole con questa storia?
Dici che le hai provate tutte ma ancora vedi che manca qualcosa, ma tu perseveri sempre nelle stesse strategie, non è ora di smetterla con le buffonate e di fare sul serio?”​​

Il ragazzo lo guardò basito​​; non sapeva cosa dire. Mentre esitava, l’uomo partì all’attacco e iniziò a spiegarli perché ogni volta era come se corresse con il freno a mano, e disse:

​​” Il corpo quando è sotto stress produce tossine, e queste vengono eliminate tramite l’espirazione, la quale equivale al 70% di eliminazione di tossine metaboliche.
Siccome il 99% degli atleti quando è sotto sforzo respira in modo disfunzionale, tende (quando è bravo) a fare una respirazione al 50/50%, quindi metà inspirazione e l’altra metà espirazione.

Questo può andare anche bene in un tragitto di pochi kilometri, ma non in un tragitto lungo perché anche se in quantità molto basse, le tossine che vengono prodotte dall’organismo non vengono eliminate, perciò vengono accumulate.
​Ora prova ad immaginare di produrre anche il solo l’1% di tossine anche per una breve tragitto di 5 km, e su una distanza di 100 km.

Se questa respirazione errata viene fatta nei 5 km, il danno è piccolo, ma se viene fatta nei 100 km, il danno aumenta notevolmente e il corpo ne paga le conseguenze per il semplice fatto che viene obbligato a lavorare in modo squilibrato con il sistema in tilt sprecando molto più del necessario e producendo sempre più tossine. 

La cosa più eclatante me vera da sapere è che man mano che si corre la percentuale non si ferma al 1%, ma aumenta perché viene sommata in base ai kilometri. 1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1 ecc.

Il ragazzo era senza parole…” diceva ” mahhh, a ma hanno sempre detto cheeee……”

BASTA, SMETTILA! Se fino adesso non hai ottenuto i risultati che volevi, devi contiuare ancora a sbagliare o vuoi capire che fino adesso ti hanno mentito?​​” Disse il signore.

LO SGOMENTO!

Il signore lo guardò intensamente e gli rispose:
Vedi ragazzo, ma lo sai che il cuore nell’inspirazione aumenta,e  nell’espirazione diminuisce il battito?
E si, è proprio cosi, quindi se lavori bene con il respiro, oltre a pulire il corpo dalle tossine metaloliche, puoi correre mantenendo il cuore di circa 5 battiti in meno. Fai il conto in una corsa di 100 km quanto può valere solo questo.

Da ​​quel momento sbalordito di quello che gli disse il signore,  iniziò a seguire le direttive di quell’uomo.
All’inizio era completamente destabilizzato perché ha appreso delle metodologie particolari di respiro che gli sembravano strane, ambigue, ma una volta apprese iniziò ad spingere sempre più nelle gambe, aumentare la resistenza fisica e sentirsi sempre più sicuro di se stesso.
Dopo poco andò in gara, e finalmente arrivò in finale facendo pure la volata finale. Arrivò secondo, ma la soddisfazione era tanta perché per prima volta salì sul podio e prese fiducia in se stesso e nelle sue capacità.

Aveva le lacrime agli occhi dalla felicità. Da quel momento iniziò a pensare a tutte le sconfitte e i fallimenti della sua vita, e quanta fatica avesse fatto per nulla.

Comprese quindi che non era colpa sua, ma purtroppo nessuno fino a quel momento gli aveva insegnato il tassello più importante, cioè la respirazione programmata e specifica per far funzionare il corpo in modo corretto.

Ora detto sinceramente, non sei usausto di correre producendo tossine in quantità industriali e soffrire perché ti hanno insegnato le cose sbagliate?

Vuoi ancora correre con le gambe dure e legnose solo perché respiri in modo errato?

Vuoi continuare a credere alle classiche leggende della fame d’aria?

Ti hanno mentito fino adesso, questa è il fatto!

So che è fastidioso e crea rabbia ammettere questo, ma se rifletti bene fa molta più rabbia perseverare e dare ancora retta alle bugie che risolvere il problema.

Sei scettico?

Guarda questo video.

Sei ancora scettico?

Guarda cosa dicono chi ha provato la respirazione rigenerativa.

 

Ora vuoi ancora dare retta a quelle bugie e continuare a fare sempre fatica per nulla, oppure prenderti la soddisfazione di sentire le gambe che spingono anche nei momenti difficili?

 

COME FUNZIONA?

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Emanuele Zanella – Mental Coach specializzato in Respiro Rigenerativo e Sviluppo dello stato di Flow

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