Perché la fame d’aria non esiste realmente, ma è solo una percezione?

Perché la fame d’aria non esiste realmente, ma è solo una percezione?

Che tu sia un atleta, un allenatore o un preparatore atletico, probabilmente i contenuti di questo articolo di faranno innervosire perché dovrai mettere in discussioni le tue convinzioni.

Ti spiegherò in modo semplice come ci hanno insegnato una marea di convinzioni errate sulla respirazione nello sport, e di quanta fatica abbiamo fatto per nulla.

Lo scopo è quello di farti comprendere quello che ho compreso dopo tanti anni di studio testato su oltre mille atleti.

Voglio essere sincero e schietto…la fame d’aria nello sport è una bufala allucinante!

Non è colpa mia, non è colpa di nessuno!

Ti farò comprendere perché la fame d’aria è una grandissima stronzata senza nessuna base scientifica.

Una specie di leggenda metropolitana tramandata nel tempo.

Ho sempre pensato che la fame d’aria fosse un termine esatto, ma quando ho capito che questo concetto è falso non volevo crederci, ero sbalordito.

Per una vita avevo pensato che esistesse.

Una vita nello sport pensando che se mi manca l’aria è perché respiro poco, o peggio ancora…

perché sono poco allenato!

IL RESPIRO PROFONDO PER RECUPERARE
LA GRANDE BUGIA DEL SECOLO

Fin da quando ero dei pulcini mi hanno sempre detto di respirare profondamente quando dovevo recuperare.

Poi quando ho iniziato pugilato, stessa storia.

Mi dicevano “Respira profondamente, devi fare bei respiri profondi”.

Io ovviamente ci credevo e lo eseguivo pure.

Quando facevo pugilato agonistico mi alleavo 6 giorni su 7.

Avevo un fiato da vendere, ma poi le emozioni mi facevano brutti scherzi e pur avendo fiato per correre 2 ore ad alta intensità, in gara mi mancava il fiato.

Vuoi sapere cosa mi veniva detto a riguardo?

“Lele devi allenarti di più!”

Capisci il contro senso?

Avevo un allenamento incredibile, e alcuni mi venivano a dire che dovevo allenarmi di più.

Pensavo che il segreto per essere performanti fosse allenarsi senza pietà, assumere l’integratore più potente e respirare profondamente appena ne avevo la possibilità per recuperare velocemente.

Ho buttato via tanti soldi da paura, non mi rendevo conto avevo la chiave davanti gli occhi.

Solo adesso mi rendo conto di quanto siano insensate queste convinzioni, e di quanta fatica mi hanno fatto fare per niente.

Adesso per fortuna ho compreso tutti i miei errori, e tutte le menzogne che mi erano state inculcate in testa.

Una volta finita l’attività agonistica ho iniziato a studiare seriamente fino all’ossessione, usare la palestra come laboratorio pratico.

 Ho compreso un concetto semplicissimo, elementare me che nessuno mi aveva mai esposto.

NON È POSSIBILE RIEMPIRE UN VASO PIENO,
PRIMA BISOGNA SVUOTARLO.

Stesso concetto vale con i polmoni.

Se valutiamo attentamente, respirare profondamente significa INSPIRARE con forza, quindi far lavorare in diaframma in modo esagerato, e poi svuotare.

Mi vengono i brividi lungo la schiena solo a scrivere certe cose in questo momento.

Ragioniamo?

Se stai facendo uno sforzo intenso, e hai già iniziato a respirare “buttando” dentro più aria di quella che viene buttata fuori, vuol dire che stai riempiendo i polmoni fino al limite.

Immagina una bottiglia d’acqua quasi piena, in cui pretendi di mettere ancora acqua all’interno.

Essendo già piena, aumenti la pressione, la spingi dentro con forza.

Se porti questo concetto nella fase respiratoria, puoi ben capire che gli organi devono spingere in modo esagerato per far entrare l’aria.

Quindi minima resa con massimo sforzo.

Insomma, una bella fregatura!

ENTRIAMO NEL FLOW

Se vuoi ottimizzare la resa, devi imparare a fare spazio nella bottiglia prima, devi “svuotarla”.

Se c’è spazio, l’acqua entra in modo “FLUIDO” e riesci a inspirare normalmente.

Se hai riempito troppo, dovrai fare il doppio di fatica per “SPINGERE” l’acqua nella bottiglia.

Bene, i polmoni lavorato nello stesso modo!

Ogni movimento interno (organi/cellule)  ed esterno (muscoli), deve essere fluido senza sforzo, deve creare un flusso di armonia per riuscire a spingere al massimo sprecando il minimo.

Il Protocollo Ciclista Flow è stato studiato apposta per ottimizzare la resa nel ciclismo.

Che vuol dire?

Che in base all’obiettivo devo avere una tecnica specifica di respirazione che mi permetta di raggiungerlo:

1.Vuoi svuotare?
2.Vuoi contrastare lo spasmo respiratorio?
3.Vuoi attivare adrenalina prima di uno sforzo intenso?
4.Vuoi attivare seretonina e resettare dopo una salita intensa?
5.Vuoi recuperare velocemente per prepararti allo sprint successivo?
6.Devi mantenere un ritmo intenso per un lungo periodo?
7.Devi svuotare le gambe dall’acido lattico?

In base al tuo obiettivo, devi sapere attuare ogni tecnica specifica come se fossi un pilota di rally che cambia le marce dell’auto.

La differenza è che tu cambi le marce (tecniche) respiratorie.

Fai conto che hai 14 tecniche respiratorie a disposizione che puoi cambiare in base all’esigenza specifica.

Una volta imparato e assimilato il protocollo, ti cambia completamente l’approccio con lo sforzo perché aumenti la tua sicurezza interiore.

Crei nelle nuove neuro-associazioni mentali oltre a sparire la paura di restare senza fiato.

PERCHÈ IL FLOW
OTTIMIZZA LA RESA?

Il Protocollo Ciclista Flow ti permette di ottimizzare gli spazi nei polmoni, calibrare l’esatta combustione tra ossigeno e anidride carbonica ed eliminare le tossine metaboliche.

Adesso sono convinto che la tua mente sta iniziando ad accettare questo concetto, ma se te lo avessi detto all’inizio, probabilmente mi avresti mandato a quel paese.

So che è fastidioso ammettere di essere stati presi in giro per anni, non è facile scardinare le proprie convinzioni.

Anzi, ti dirò di più…sai quanti mi hanno mandato a quel paese appena hanno sentito questa affermazione ancora prima di valutare il processo?

Per questo ho studiato per ben 15 anni tutti questi processi sul corpo umano.

Adesso hai chiave a portata di mano, devo solo scegliere se usarla adesso, o aspettare che la massa che agisca prima di te per comprendere che il vero turbo è il Flow.

Non avrei mai pensato che questo tipo respirazione avesse un potere così grande!

Ecco alcuni vantaggi del protocollo di respirazione legato al ciclismo che ho scoperto grazie ai miei studi e ai miei test:

1. maggior resistenza e potenza
2. riduzione dell’acido lattico
3. abbassamento del battito cardiaco di 5 battiti
4. abbassamento della temperatura
5. gestione dei crampi alla gambe
6. freschezza mentale

Tutto questo mi sembrava fantascienza, ma dopo aver lavorato con oltre 1000 atleti di varie età e fatto test di ogni tipo, posso confermare che il Metodo Flow è lo strumento più efficace per migliorare le prestazioni sotto sforzo.

Il corpo umano è una macchina perfetta, e il Metodo Flow è quel tramite che unisce corpo e mente.

LA GIOIA DI SALIRE SUL PODIO

Immagina la gioia che provano i ciclisti a salire sul podio, o anche solo arrivare alla volata finale quando prima gettavano la spugna all’ultimo km.

Prima di scoprire le mie tecniche arrivavano alla fine della gara con i crampi alle gambe e sconfortati, adesso non più.

Stessa bicicletta, stessa dieta, stessa preparazione, ma adottando il Protocollo Ciclista Flow!

Atleti che hanno speso migliaia di euro senza ottenere i risultati sperati, imparando la respirazione Flow hanno superato le loro aspettative (e in qualche caso anche le mie).

Se fai parte delle persone che vedono il marcio ovunque, ci sono diverse testimonianze che dimostrano gli effetti di questo NUOVO protocollo.

Alcuni mi chiedono: Ma io non lo conosco, che cos’è?

Questo metodo nel ciclismo è nuovo e innovativo, quindi è normale che sia ancora poco conosciuto. 😉

Madre natura ci ha donato un corpo fantastico, il nostro compito è quello di usarlo in modo corretto.

Se vuoi imparare il protocollo Ciclista Flow per spingere al massimo usando la respirazione, clicca il link qui sotto e compila il modulo che trovi al suo interno.

Emanuele Zanella
Mental Coach specializzato nello sviluppo dello stato di Flow e Respiro Rigenerativo sotto sforzo.

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