Questa è la testimonianza di Elena Cardoni dopo essere diventata campionessa del mondo di Kik Boxing.
Ciao Elena prima di tutto grazie per questa intervista, ecco 13 domande sul tuo percorso di Mental Coaching a distanza in video chiamata Skype per questo mondiale.
1 Che tipo di problemi hai sempre riscontrato quando dovevi gareggiare?
Il problema principale da dover affrontare prima di gareggiare è sempre stata la tensione, che spesso diventava ingestibile.
2 A cosa pensavi quando dovevi combattere e come ti sentivi?
Spesso quando dovevo combattere il pensiero era sempre ”e se non riesco” “e se dovessi perdere”. È la passione per cui ho sempre vissuto, impegno fatica e sacrifici, e quindi ci tieni tanto e ci punti tutto ed è proprio questo ad alzare la tensione e a volte la paura di perdere diventa il punto centrale dei pensieri.
3 Riesci a dare una percentuale di resa tra allenamento e gara?
Sono sempre io stessa tecnica, stessa atleta eppure c’è differenza tra l’allenamento e la gara.. il compagno non è li per “rubarmi la coppa”, non c’è un giudice, non c’è un pubblico, non c’è un verdetto.
È come camminare su un ponte a 5 centimetri da terra, e sullo stesso ponte ma a 100 metri da terra.
Il risultato ottenuto lo dice il risultato di gara… Una super vittoria. Anche avendo lavorato poco, sono salita con molta meno tensione e sono riuscito a fare quello che sapevo fare.
4 Come ti sentivi quando non riuscivi ad esprimerti in gara e per quanto tempo?
Dopo una gara andata male per quanto uno si può dire mi rifarò la prossima volta, mi allenerò meglio, darò di più… È la cosa a cui tenevi di più, la cosa a cui dedichi tutto e quindi si può dire “anche i campioni piangono”.
5 Hai lavorato con Emanuele anche l’anno scorso ai campionati europei 2018 il giorno prima di combattere in semifinale, come mai e per quale motivo?
Ho lavorato con Emanuele anche lo scorso anno ai campionati europei perché dopo un corso sul Metodo Flow a Roma fatto con lui mi era piaciuto molto il suo lavoro e il suo modo di esprimersi che trasformava la tensione in una risata.
6 Che risultati hai ottenuto solo con quelle 2 sessioni a distanza in video chiamata prima di gareggiare?
Il risultato ottenuto lo dice il risultato di gara… Una super vittoria. Anche avendo lavorato poco, sono salita con molta meno tensione e sono riuscito a fare quello che sapevo fare.
7 Parliamo del mondiale 2019 nel quale sei diventata l’unica campionessa italiana. Come mai hai scelto di fare ancora un lavoro mentale?
Quest’anno era l’anno del mondiale, e ho scelto di rifare il lavoro con Emanuele perché il livello era salito ancora, e la tensione inutile dirlo era arrivata alle stelle e visto gli ottimo risultati avuti l’anno precedente ho deciso (per fortuna) di riaffidarmi a lui.
8 È stato un percorso facile o impegnativo?
È stato un percorso facile ma impegnativo. Non c’era qualcosa di difficile fisicamente o faticoso ma tutto che da una parte distoglieva l’attenzione giorno e notte dalla tensione di gara e dall’altra parte il puntare gl’occhi su quanto amassi combattere e non su “oddio e se perdo”.
9 Come hai affrontato questo mondiale rispetto alle altre gare importanti?
Ho affrontato questo mondiale cosi.. amo combattere, amo fare a pugni, voglio quella coppa e “menerò” a tutte per averla.
10 Come ti sentivi prima della gara?
Prima della gara mi sentivo tesa ma molto spesso una tensione che aumentava a dismisura e andava a compromettere la gara. Una tensione che non partiva dal giorno di gara ma da settimane prima.
11 Quando combattevi come ti sentivi? Eri sicura di te stessa, concentrata, oppure il contrario?
Credo di aver fatto un ottimo lavoro con Emanuele, anche se la tensione di gara non si può eliminare del tutto ma è un bene così, ci deve essere.
Sicuramente sono salita per dare il massimo di me e non tenermi nulla da rimpiangere, al massimo della concentrazione, un pizzico di tensione e tanta voglia di combattere.. tutto in perfetto equilibrio. Sono salita per divertirmi e cosi è stato.
12 Quando hai combattuto contro la campionessa del mondo in semifinale, cosa è successo?
Ho incontrato la campionessa del mondo ai quarti di finale e chi perdeva era fuori dal podio e per un attimo la tensione ha preso il sopravvento ma poi mi sono detta… Salgo per combattere, la più forte vincerà ma io non gli regalerò nulla, e con tanta voglia di riprendermi una rivincita con lei.
Da una parte non avevo nulla da perdere e quindi sono andata per fare una guerra. Alla quale lei ha ceduto.
13 Che consiglio daresti agli altri atleti su un percorso di Coaching e sul Metodo Flow?
Il consiglio che darei ad altri atleti sul percorso di coaching e metodo flow è.. fatelo! Sicuramente per vincere serve saper combattere, quella è la prima cosa ma.. se sei 100 devi saper mettere 100 su quel ring perché non puoi mettere 60 e perdere con chi vale 65.
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Emanuele Zanella
Mental Coach esperto dello sviluppo delle performance fisiche e mentali.