La respirazione diaframmatica nel ciclismo serve o è una leggenda?

La respirazione diaframmatica nel ciclismo serve o è una leggenda?

Sulla respirazione diaframmatica nel ciclismo ne ho sentite di ogni tipo, ma serve veramente per risolvere il problema alla radice?

Ti insegna a respirare mentre sei steso oppure quando pedali con il cuore che ti scoppia mentre pedali?

In questo articolo capirai perché la respirazione diaframmatica nel ciclismo non è la soluzione al problema.

Con ciò non dico che la respirazione diaframmatica nel ciclismo è inutile, anzi..questa è molto utile ed importante e io stesso la uso con i miei clienti da anni.

Una persona con il diaframma bloccato fa fatica a respirare e gestisce male le emozioni.

Al contrario un diaframma morbido ed elastico ti permette di respirare meglio e aumentare i volumi d’aria e molti altri benefici.

15 anni fa quando ho iniziato a fare questo mestiere, quando ho scoperto la respirazione diaframmatica pensavo di aver avuto la grande illuminazione.

Solo dopo anni di studi e test continui, mi sono reso conto che ottenevo risultati strabilianti solo modificando la respirazione in azione anche senza fare questi esercizi.

Questo l’ho compreso lavorando con ciclisti che facevano apnea, ma lo vedremo più avanti.

LA RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA
NEL CICLISMO SERVE VERAMENTE?

La respirazione diaframmatica nel ciclismo ti insegna a respirare da fermo, ma non ti insegna a respirare mentre pedali!

Facendo test su oltre 1300 atleti di vario genere, ho riscontrato che applicando le tecniche del Metodo Flow ottenevano maggiori risultati e oltre che subito senza fare nessun esercizio di respirazione diaframmatica.

Ripeto: senza fare mai a nessuno nessun esercizio di respirazione diaframmatica per ciclisti.

Perché?

Perché si agiva direttamente sul problema, sulla meccanica respiratoria sotto sforzo, quindi oltre ad avere risultati immediati, gli atleti gradivano molto meglio queste tecniche, lasciando stare quelle più noiose.

Quando lavori sulla respirazione diaframmatica sei fermo, steso a terra con il cuore basso.

Quando sei in bici a tutta invece il cuore è calmo?

Hai la tessa posizione steso a terra?

No, è tutto differente!

In più voglio farti notare una cosa molto interessante per quanto riguarda la respirazione diaframmatica nel ciclismo.

In questi anni ho avuto la fortuna di lavorare con molti atleti di vario livello, preparazione e competenze,e tra questi molti erano apneisti.

Quello che mi ha dato la conferma ufficiale della differenza tra il Protollo Ciclista Flow e tecniche di respirazione da fermo, è che pur avendo una elasticità diaframmatica molto importante e allenata, applicando il metodo non serviva.

Che significa questo?

Significa che la respirazione nel ciclismo è una scienza precisa che va applicata durante lo sforzo per ottenere risultati tangibili, e non da fermi.

In più da tutti i miei test  fatti in anni, seguendo le regole del Flow, gli atleti hanno ottenuto gli stessi risultati immediati degli atleti che facevano apnea.

Cosa ti fa pensare questo?

Che respirare nel ciclismo serve conoscere esattamente le procedure fisiologiche fatte sotto sforzo per ottenere risultati strabilianti, quali:

1 Abbassamento del battito cardiaco
2 Gestione dei crampi alle gambe
3 Aumento della resistenza e potenza
4 Diminuzione dell’acido lattico

Questi risultati si possono raggiungere dopo una sola ora di allenamento.

Si hai letto bene, non è una bufala.

E sai perché?

Perché è pura meccanica umana, quindi agisce immediatamente, e non dopo almeno un mese di allenamento da fermo.

Potrei scriverti pagine e pagine dei benefici della respirazione diaframmatica, ma mi chiedo se il tuo scopo è sapere tutto sulla respirazione a livello teorico e poi fare un disastro quando sali in sella e incazzarti perché il problema persiste, oppure trovare la soluzione o goderne gli effetti.

Sono convinto che preferisci trovare la soluzione!

Se vuoi puoi cercare sul web dove vuoi.

Troverai pagine che parlano SOLO della respirazione diaframmatica come se fosse la grande invenzione del secolo, ma non troverai nulla per quanto riguarda la respirazione mentre pedali a parte qualche tecnica non specifica priva di codifiche, percentuali e istruzioni precise.

Il Metodo Flow si basa sui principi della respirazione lavorando sulle codifiche istintuali per ottenere massima resa con minimo sforzo.

A questo punto, se vuoi saperne di più, clicca il link qui sotto per vedere il video con tutte le spiegazioni.

Hai visto il video?

Come avrai potuto comprendere, respirare da fermi è una storia.

Respirare quando hai il cuore che salta fuori dal petto è tutta un’altra storia.

Molto più complessa, più specifica in cui il margine di errore è pari a zero.

Si esatto.

Quando sei sotto sforzo massimo, non puoi permetterti errori perché il prezzo è altissimo, ma serve conoscere ogni codice istintuale respiratorio in modo da soddisfare il fabbisogno energetico del corpo.

In questo puoi imparare il sistema innovativo di respirazione apposito da applicare mentre pedali senza fare nessun esercizio di respirazione diaframmatica.

Si hai letto bene.

Non dovrai mai stenderti a terra a fare esercizi noiosi, ma impari a respirare direttamente mentre pedali, ottenendo risultati tangibili fin dalla prima ora di allenamento.

A questo punto devi solo chiederti se preferisci credere alle leggende e fare esercizi tutti i giorni, e poi mandare fuori giri il “motore” perché non sai come funziona, oppure di passare subito all’azione e goderti la soddisfazione di pedalare come mai prima d’ora.

Provare sensazioni nuove, eliminando la famosa “fame d’aria” e i crampi alle gambe per sempre!

Se sei stanco di correre dietro alle leggende e vuoi imparare a dominare la fatica, impara il Protollo Ciclista Flow, il sistema innovativo che ti insegna a sfruttare al massimo il potere del tuo corpo mentre pedali.

Clicca il link qui sotto per accedere al video corso, sarà come essere li al tuo fianco a guidarti in ogni sequenza mentre pedali.

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Spero che questo articolo ti sia utile per comprendere come sia meraviglioso conoscere il proprio corpo.

Ti aspetto sui pedali

Emanuele

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